La definizione dell'Accademia è la seguente :
"In effetti la cazzimma è innanzitutto la 'furbizia opportunistica', e colui che tiene la cazzimma è propriamente un individuo furbo, scaltro, sicuro di sé, è il dritto che sa cavarsela, anche se ciò comporta scavalcare gli altri."
Cosa c'entra tutto ciò con il calcio e con il Napoli?
La cosa è più che pertinente al Napoli per essere grande, oltre a un paio di calciatori manca proprio la cazzimma.
Scaltrezza, furbizia, grinta, chiamatela come volete, ma è quella dote per cui sai mantenere la fortuna che ti è capitata o che ti sei guadagnato.
L'esempio emblematico è Inter Napoli. Prestazione scadente degli Azzurri, malgrado ciò la destrezza di Callejon per ben due volte porta in vantaggio il Napoli, la seconda volta a tempo scaduto.
I calciatori del Napoli invece di tirare fuori quella sana furbizia, cercando di far trascorrere i 3 minuti che restavano, affrontano il finale della partita con estrema rilassatezza.
Zuniga che non contrasta Dodò e lo fa crossare indisturbato, Mertens che non segue Hernanes che da solo compie la sua prodezza, per non parlare del primo gol in occasione del quale Inler guarda appena Guarin che si fionda a segnare la rete del primo pareggio. L'impressione è che in campo ci fossero dei rampolli dell'aristocrazia inglese più che calciatori esperti e assatanati di vittorie.
Quando vedo queste scene di calcio mi torna alla mente l'Atletico Madrid di Simeone e mi figuro la rabbia agonistica che ogni singolo giocatore esprime in campo la confronto con l'atteggiamento del Napoli e capisco perché perdiamo col Chievo e con l'Udinese.
Con quella rabbia, con quella cazzimma il Napoli avrebbe vinto a Milano e non solo!