Un uomo vero: Gianni Morandi.
L'idea era stata proprio del "ragazzo di Monghidoro": diffondere le note di Caruso dagli altoparlanti dello stadio di Bologna per sancire un'unione ideale tra bolognesi e Napoletani, ma soprattutto per rendere omaggio a Lucio Dalla, bolognese di nascita, ma Napoletano d'adozione.
Mentre i Napoletani intonavano le prime strofe della melodia, ecco che dalla curva del Bologna si levano fischi e il solito becero coro con l'auspicio di un'eruzione del Vesuvio.
Non solo, nel corso della partita viene esposto uno striscione dello stesso tenore degli ignoranti cori.
A Morandi la cosa non è andata giù. Ecco cosa ha scritto sulla sua pagina Facebook:
"Ieri allo Stadio di Bologna è successo qualcosa di inqualificabile e di cui mi sono vergognato. Prima dell'inizio della partita sono comparsi striscioni intollerabili contro la squadra e la città di Napoli e mentre le note di CARUSO con la voce di Lucio risuonavano nell'aria, una parte della curva dei tifosi rossoblu ha cominciato a fischiare. Non credevo che il tifo fosse degenerato a questo punto. Sono lontani i tempi quando lo Stadio di Bologna veniva preso ad esempio per la civiltà e la sportività del pubblico presente, che sapeva addirittura applaudire la squadra avversaria quando giocava meglio della nostra. Non so quanti fossero ieri quegli incivili, capaci di un simile comportamento, razzista ed offensivo. Spero fossero pochi, ma certamente io non mi riconosco in loro, che oltraggiano la figura di Lucio e insultano gli avversari con questa maleducazione deficiente. E essere il presidente onorario, anche se è una carica simbolica e forse inutile, non mi piace più."
Centinaia di commenti, soprattutto di Napoletani offesi ed indignati.
Cori, offese, razzismo ora basta!
L'episodio di ieri segna uno spartiacque: i tifosi del Napoli, ma soprattutto i Napoletani sono stanchi.
Stanchi di essere vituperati, di essere additati, discriminati e offesi.
E pensare che Dalla scriveva:" «La bellezza di Totò è la bellezza di Napoli. Napoli sembra una città, ma è una nazione. Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno di sognare di essere a Napoli. Sono dodici anni che studio tre ore alla settimana il napoletano, perché se ci fosse una puntura da fare intramuscolo, con dentro il napoletano, tutto il napoletano, che costasse 200.000 euro io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni»