Il mondo del calcio sta vivendo il suo momento di massima confusione.
La scintilla è avvenuta sabato 3 maggio quando è avvenuto il vile agguato ai tifosi del Napoli e il terribile epilogo per Ciro Esposito che ancora lotta fra la vita e la morte.
Le cariatidi del calcio hanno per anni accettato per pura convenienza personale il nascere e il proliferare di certi fenomeni come quello ultras e oggi non sanno più come gestirli. Non era difficile immaginare quello che è successo; malgrado fosse tutto prevedibile il mondo del calcio sembra essere in completa confusione.
L'onda emotiva post finale di Coppa Italia ha portato a provvedimenti "forti" con la chiusura completa del San Paolo per due giornate. Pugno di ferro, malgrado le colpe del Napoli oggettivamente non giustificavano il provvedimento, soprattutto se messe a confronto con analoghi o più gravi episodi.
Tutto sommato andava anche bene una maggiore severità se lo scopo era quello di censurare e impedire le violenze all'interno degli stadi. Discutibile il meccanismo della responsabilità oggettiva, ma in attesa di regole più giuste, l'applicazione ferrea di quelle in vigore sembrava inevitabile.
Arriva il giorno di Roma Juventus. I soliti cori degli Ultras, striscioni deliranti e un generale clima di intimidazione da parte degli Ultras all'interno dello stadio Olimpico. Ci si aspetta lo stesso rigore usato per il Napoli, invece l'ineffabile Tosel commina alla Roma solo una multa!
La motivazione non fa una piega: i cori di discriminazioni razziali partiti dalla Curva Nord sono stati uditi, ma solo parzialmente solo al 35° del secondo tempo dagli ispettori Federali. Gli stessi Ispettori non hanno sentito affatto gli stessi cori che la Curva Sud aveva intonato nel primo tempo.
Una farsa! Una chiara mistificazione della realtà.
La Federazione, quindi torna su i suoi passi e mette da parte il rigore!
Ricordiamo che la Roma, più volte recidiva per lo stesso motivo, avrebbe rischiato una lunga squalifica del campo!
Le decisioni di Tosel sono state spesso contestabili, ricordiamo il campo del Napoli squalificato per il lancio di un involucro di uno Yogurt, la chiusura del San Paolo per disordini mai accaduti alla stazione Termini, la squalifica per simulazione inflitta a Zalayeta.
Mettendo, però da parte la capacità decisionale di Tosel e il fatto che rimanga in carica per così tanti anni, si resta perplessi di fronte all'incapacità del mondo del calcio di essere credibile.
L'impressione è che manchi una vera e propria autonomia di giudizio degli organi che governano il calcio. Burocrati che vengono messi a dirigere un affare milionario non essendo in grado di gestire le enormi pressioni cui vengono sottoposti. Attaccati alle loro poltrone e al potere che ne deriva questi dirigenti cercando di non scontentare nessuno provocano enormi danni a tutto il movimento.
L'equivoco potrebbe essere colmato dando tutta la gestione del calcio alla Lega che dovrebbe attrezzarsi per l'organizzazione del campionato di serie A a partire dagli arbitri per finire alla gestione dell'ordine pubblico all'interno degli stadi. Un modello simile a quello delle leghe professionistiche americane tanto per intenderci.
I Club solidali tra di loro avrebbero tutto l'interesse a stilare regole chiare e a farle rispettare. Scomparirebbero gli Ultras, vedremmo arbitri più capaci perché professionisti a tutti gli effetti e ne guadagnerebbe lo spettacolo in generale.