martedì 16 giugno 2015

Sarri Maurizio professione allenatore

Il sogno azzurro svanisce

ssc_napoli

All'inizio fu Mazzarri, focoso toscanaccio. Così inizia la storia recente degli allenatori del Napoli. Il tecnico di San Vincenzo riuscì a fare cose egregie, vincendo una Coppa Italia ( finale con la Fiorentinae facendo una bellissima figura in Champions ( eliminazione immeritata col Chelsea agli ottavi).

Mazzarri voleva fare il salto di qualità, ma sapeva i limiti di una squadra come il Napoli che si autofinanzia, ma soprattutto conosceva bene Aurelio De Laurentiis. I due non potevano certo andare d'accordo per cui il divorzio fu inevitabile ( leggi come andò la storia).



Mazzarri fu pure sfortunato, perché la cessione di Cavani portò nelle casse del Napoli tanti di quei soldi che gli acquisti da lui richiesti sarebbero stati possibili. Ma il Toscano aveva già deciso di tentare l'avventura all'Inter senza sapere in che guaio si andava a cacciare.

Dela_Mazzarri

Il De Laurentiis, furioso e tradito,  decise di snobbare il gran rifiuto mazzarriano e si rivolse a cercare tecnici stranieri.Sulla piazza c'era Rafa Benitez, desideroso di una rivincita dopo l'esperienza all'Inter, e fresco di licenziamento al Chelsea malgrado l'Europa League appena vinta. Ma i Blues aspettavano Mourinho.

Soldi in cassa c'erano, cessione di Cavani e Champions, per cui Benitez accettò senza troppi problemi. La prima stagione dello Spagnolo non fu brutta, anzi terzo posto in campionato, Coppa Italia vinta e un girone di Champions sfortunatissimo con eliminazione dopo aver realizzato 12 punti.
Rafa Benitez

Poi iniziarono i guai


Il terzo posto in campionato voleva dire preliminari di Champions. La fortuna non aiutò gli Azzurri che beccarono la squadra più tignosa del lotto l'Atletico Bilbao.
Andò male. Giocatori reduci dal mondiale, poco in forma contro i più che motivati baschi.

Senza soldi i rinforzi richiesti da Benitez non arrivarono.

Lo Spagnolo allora pensò che era giunto il momento di mollare tutto. Non ebbe il coraggio di dimettersi o forse non fu così stupido da rassegnare le dimissioni, per cui l'annata è proseguita piattamente.

Guai


Giungiamo al presente. Benitez è scappato al Real (fortunato come non mai, ma Fergusson lo diceva che lo Spagnolo era dotato di un buon fattore C) e al Napoli sono rimasti i debiti.

De Laurentiis chiuderà il bilancio in passivo (per la prima volta) ritrovandosi con una squadra di cariatidi con ingaggi altissimi, eredità di Benitez.

Che fare?


Ritornare con i piedi per terra, ammettere che la dimensione del Napoli non è quella pensata da Benitez e drogata da soldi di cessioni eccellenti (Cavani e Lavezzi).
Niente più internazionalizzazione, ma sano provincialismo con il nuovo allenatore Maurizio Sarri.

Sarri


Il Napoli passa dal curriculum di Benitez fatto da decine di trofei a quello di Sarri fatto di esoneri a Sorrento e buone prestazioni a Empoli.

Un clamoroso passo del gambero che però non vuol dire necessariamente un ridimensionamento tecnico. Il Napoli ha una buona struttura di squadra  e tecnica, forse è più carente dal lato dirigenziale, ma non sono tante le squadre in Italia ad avere il parco giocatori come quello azzurro.

Certo che i sogni di gloria sembrano, per ora finiti nel cassetto.