lunedì 13 febbraio 2012

Mazzarri rispolvera il guerriero Grava

L'allenatore del Napoli, non sa più a quale santo votarsi.
E' chiaro che la situazione gli è completamente sfuggita di mano e che non riesce a trovare rimedi per l'attuale momento negativo del Napoli.

Eppure, malgrado sia considerato un integralista qualcosa ha tentato.

Ha spostato Hamsik in mediana, ha utilizzato Dzemaili come mezza punta, ha difeso a 4 ( anche se sempre dopo essere passato in svantaggio).


I risultati sono stati più che negativi.

Il Napoli non vince, non gioca bene, anzi il trend sembra essere ancora più negativo.

Molti, esperti e non, si affannano a trovare spiegazioni, qualcuno critica e basta, qualcun altro ancora vuole essere applaudito perchè lui l'aveva previsto.
Come al solito il problema non può essere visto da un'unica prospettiva.
I fattori che determinano la stagione no del Napoli, per me sono molteplici:
  • in primo luogo, l'aspetto fisico. Nel calcio moderno, non appena si perde lo smalto e l'atletismo nascono i problemi;
  • aspetto tattico: il gioco del Napoli è ormai stato vivisezionato dagli altri tecnici che hanno adottato le giuste contromisure;
  • inquietudini e umori dell'allenatore il quale spesso sembra irritato per fatti non noti ai tifosi;
  • Società a volte super presente altre del tutto assente;
  • Voci di mercato che si rincorrono all'impazzata, senza che vi siano delle nette smentite;
  • Mercato estivo fallimentare, con le cosiddette seconde linee che non hanno apportato nessun beneficio alla squadra;
  • Cattivo rendimento di Inler.
Malgrado ciò, per adesso, la stagione del Napoli non è da considerarsi fallimentare.
Gli ottavi di Champions sono un traguardo prestigioso; la semifinale di Coppa Italia lascia inalterate le possibilità di agganciare un posto in Europa, senza contareche oggettivamente è possibile vincere la manifestazione. Il campionato è l'aspetto dolente della faccenda, ma un minirecupero è ancora possibile.

Stasera arriva il Chievo, bestia nera del Napoli.
Mazzarri tenterà di affidarsi a  uomini veri, come Gianluca Grava per ritrovare quella cattiveria agonistica ormai persa.
La vecchia guardia non muore mai, recitava un vechhio adagio. Speriamo di non essere smentiti