lunedì 30 gennaio 2017

Arancini amari per il Napoli

Quello che Sarri temeva è avvenuto!


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Il Napoli pareggia col Palermo, squadra quasi ultima in classifica con pochissimi punti realizzati.

La storia del Napoli, ma non solo, è piena di episodi simili. Il più eclatante resta quello del 1981 quando il Napoli di Krol era a un passo dal primo scudetto e incappò nella sconfitta col Perugia già retrocesso. Anche alla Roma capitò un incidente simile col Lecce.

Il pareggio di ieri testimonia dell'incapacità del Napoli di inquadrare un certo tipo di partite. Avversario tignoso, tutto rattrapito all'interno della propria metà campo che prende coraggio dall'aver segnato dopo pochi minuti.

In questi casi le partite si raddrizzano utilizzando le stesse armi degli avversari. Gioco sporco, agonisticamente duro. In questi casi i ricami e il bel gioco servono a poco. L'avversario di fatto rinuncia a giocare ed erge una trincea invalicabile.

Quando la giornata è storta capita che il portiere avversario faccia il fenomeno che i tuoi attaccanti siano imprecisi e che la dea bendata ti volti le spalle.


Una squadra attrezzata, però supera queste difficoltà. Il Napoli non c'è riuscito.


Analizzando più a fondo l'incontro c'è da dire che il pareggio è arrivato grazie a una clamorosa papera del portiere altrimenti ci troveremmo a commentare una sconfitta clamorosa.


Quali le cause di questa battuta d'arresto?

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La prima è sicuramente l'approccio mentale. Inconsciamente i calciatori avranno pensato che il Palermo non sarebbe stato un avversario ostico viste le prestazioni stagionali dei rosanero. L'estrema fiducia nei propri mezzi ha rappresentato un handicap.

La causa tecnica della prestazione opaca del Napoli è rappresentata dalla mancanza di forza fisica della squadra. Gli azzurri sono formati da calciatori non forti fisicamente, ma molto agili. Questa caratteristica è premiante in spazi aperti, quando la tecnica unita all'agilità è un'arma devastante.
Quando, invece gli spazi sono ristretti, bisogna fare a sportellate con gli avversari, per cui l'essere agili non è più una dote , ma rappresenta una limitazione.

Per ovviare, almeno in attacco a questa limitazione è stato acquistato Leonardo Pavoletti che per ora, però si è dimostrato poco incisivo. Sarri da' la colpa alla squadra, non abituata a giocare con un ariete forte di testa,  e alla scarsa forma del calciatore.



La paura è che l'ex genoano non sia così forte come si pensava.


La partita è andata ed è inutile frapporre ulteriori recriminazioni. Fatto sta che questi due punti persi peseranno enormemente nella corsa Champions in cui si è inserita con prepotenza l'Inter.
Peccato, perchè la vittoria di ieri avrebbe consentito al Napoli di affrontare con maggiore tranquillità la trasferta di Bologna che storicamente rappresenta sempre una partita ostica.

La rabbia è tanta perché sembra ci sia un demone che perseguita i colori azzurri e i suoi tifosi, illudendoli con il sogno di una vittoria salvo rimandarli negli inferi quando il traguardo sembra ormai vicino.

C'è da verificare anche come reagirà la squadra, se ci saranno ulteriori contraccolpi di tipo psicologico. Qui entra in azione Sarri che dovrà riportare serenità nell'ambiente che oggi è affranto ed abbattuto.