Giuseppe Bruscolotti da Sassano, detto Pale e fierro.
Non molto conosciuto al di fuori della cerchia dei tifosi del Napoli, ma amatissimo dai supporters azzurri, Bruscolotti è forse il solo Capitano del Napoli.
Una bandiera, più di Totonno Juliano.
Bruscolotti, per chi non lo conoscesse, era il classico terzino di scuola italiana.
Non dotato tecnicamente, ma con grosse capacità atletiche e con una grinta e determinazione fuori dal comune.
Per trovare un paragone con un calciatore della sua stessa epoca basti pensare a Claudio Gentile.
Capitano del Napoli fino all'avvento di Maradona cui cedette la fascia, Bruscolotti venne soprannominato "pale e fierro" per sottolineare la sua forza fisica e la sua capacità di fermare tutti gli avversari che doveva marcare.
Carriera tutta nel Napoli, senza presenze in Nazionale, chiuso per l'appunto da Gentile che non era più forte di lui, ma era sicuramente più sponsorizzato facendo parte della Juventus.
Di Bruscolotti si ricordano due episodi in particolare.
Il primo un salvataggio sulla linea di porta fatto appoggiando la faccia al pallone rischiando un clamoroso calcio in faccia, il secondo fu l'epica partita fatta in marcatura contro Rensenbrink, fuoriclasse olandese dell'Anderlecht avversario del Napoli nella semifinale di Coppa delle Coppe del 76.
In quell'occasione Bruscolotti non solo imbavagliò l'attaccante, ma segnò il gol del successo azzurro nella partita d'andata. Realizzatura resa vana dalla sconfitta del ritorno dove il Napoli incappò nell'arbitraggio più scandaloso della storia del calcio.
Oggi Bruscolott rimane un idolo, stimato e rispettato dal popolo azzurro e chissà se un giorno non possa coronare il sogno di rientrare nei ranghi del Napoli.