Arrigo Sacchi parla del Napoli e delle memorabili sfide tra il Napoli di Maradona e il suo Milan. Chiaramente il buon Arrigo ricorda con piacere il 1988 l'anno in cui con un prodigioso finale vinse lo scudetto.
Ricorda bene anche se con un pò di amarezza il brasiliano Alemao, famoso per la monetina di Bergamo che valse una vittoria a tavolino per il Napoli.
Come al solito fanno i milanisti Sacchi ha evitato di ricordare che anche senza quell'episodio il Napoli avrebbe vinto lo stesso il suo secondo scudetto, visto che finì il torneo con due punti di vantaggio sui rossoneri (all'epoca la vittoria valeva due punti).
Tornando all'attualità Sacchi critica il gioco del Napoli troppo incentrato sui singoli.
Anche qui mi permetto di dissentire.
E' proprio il collettivo la forza del Napoli. Calciatori come Grava, Pazienza,Aronica, Campagnaro e lo stesso Cannavaro non sono sicuramente all'altezza dei celebrati giocatori di Inter e Milan, ma contribuiscono in maniera decisiva alle vittorie napoletane.
E' chiaro che i gol di Cavani e i guizzi di Lavezzi e Hamsik danno quel qualcosa in più, ma ditemi quale squadra di vertice, a partire proprio da suo Milan storico che annoverava tra le sue fila Gullit, Van Basten, Baresi e Maldini solo per citare i più bravi, può rinunciare a qualche campione?
Organizzazione, mentalità, ma senza la materia prima non si va da nessuna parte.
D'altra parte la stessa Nazionale di Arrigo, senza Baggio non sarebbe arrivata alla finalissima.