Impazza il calciomercato invernale.
Giunti a metà del cammino del campionato, ecco che giunge ospite fin troppo invadente, il calciomercato.
Tutti alla rincorsa dell'affare che possa stravolgere, in positivo o in negativo, la stagione. Il più delle volte l'operazione non riesce. Chi ha calciatori forti non li cede a metà stagione, qualunque sia l'andamento sportivo del momento. Restano atleti insoddisfatti, fuori rosa, reduci da infortuni o in rotta con l'ambiente.
Certo che tra questo esercito di "scontenti" 'c'è pure qualche buon affare, ma è difficile cogliere l'occasione giusta. Ma il mondo del calcio non si ferma, la spinta che viene dal "basso è a volte così forte che anche il più spilorcio dei Presidenti ritiene opportuno spendere qualche soldino per rinforzare la squadra.
Veniamo al nostro amato Napoli.
Due le scuole di pensiero.
La prima vorrebbe un calciomercato imperioso che porti alla corte di Sarri un paio di top player per approfittare della magica stagione che sta vivendo la squadra azzurra, in modo da non lasciarsi sfuggire l'occasione propizia per vincere campionato o magari qualche coppa.
La seconda scuola di pensiero vorrebbe un paio di movimenti minori, giusto per "allungare" la panchina, ma rimanendo inalterate le gerarchie ora esistenti per non suscitare gelosie e/o malumori all'interno di uno spogliatoio fino a ora perfetto.
Qual è la strada giusta?
Personalmente preferisco la seconda. Facciamo un esempio pratico, mettiamo che arrivi un centrocampista alla Kramer o un centrale alla Maksimovic, questo tipo di calciatore starebbe tranquillo in panchina in attesa di recepire il modo di giocare di Sarri?
Vediamo quello che succede tra Mertens e Insigne o con Gabbiadini e immaginiamo pure le conseguenze.
Meglio allora optare per calciatori meno noti, diciamo tipo Hisaj tanto per intenderci, disponibili a un periodo in panchina, ma sicuramente non meno forti.