Il Presidente rilascia un'ampia intervista al Mattino. DeLa a largo raggio, tocca diversi aspetti della sua avventura napoletana.
Come spesso fa, ama ricordare l'esordio in serie C col Cittadella con 60.000 spettatori sugli spalti, gli anni bui e quelli della rinascita. La capacità di programmare, di valorizzare giocatori come Lavezzi, Cavani e Hamsik.
De Laurentiis non manca poi di sottolineare la vecchiaia del sistema calcio, in tutte le sue componenti quelle mondiali, europee e nazionali, ma con malcelato orgoglio, fa notare che tante sue iniziative e proposte o sono state accolte o comunque sono "attenzionate" dal mondo del pallone.
L'ultima sua battaglia è la possibilità di poter schierare una seconda squadra in serie B. In questa formazione minore troverebbero posto gli infortunati da recuperare, giovani talenti o stranieri che necessitano di ambientamento.
Qualche aneddoto poi sul rinnovo di Cavani, che definisce più scugnizzo di Lavezzi e sull'esplosione di Vargas.
Il Presidente non ha avuto paura e nemmeno si è dimostrato scaramantico pronunciando apertamente la parola scudetto. Segno dei tempi che cambiano: all'epoca del primo scudetto la magica parola non venne mai pronunciata dai protagonisti, Maradona in testa.
Un De Laurentiis sempre più proiettato nel mondo del calcio, probabilmente tra non molto questa sarà la sua prima attività e il cinema scivolerà in secondo piano.